giovedì 27 febbraio 2014

Lo chiamavano "Bocca di Lupo"

Passeggiando in campagna alla ricerca di asparagi, in questo periodo di fine inverno o di inizio primavera, dobbiamo camminare in punta di piedi.
L'obiettivo non è fare silenzio; ci pensa la terra ad attutire i nostri passi.
Dobbiamo solo fare attenzione a non calpestare le miriadi di fiori che incontriamo sul nostro cammino: calendule, asfodeli, camomille, gigli... La loro tenerezza riesce a conquistare anche i cuori più duri e riesce a rendere bella la nostra giornata più faticosa.
Mi ricordo che lo scorso autunno, quando mi recavo tutti i giorni in campagna per vedere se fossero spuntati i primi germogli di zafferano, sotto gli alberi d'olivo spuntavano altre piantine molto simili. Pian piano son cresciute, ed ora sono fiorite in tutta la loro bellezza.
Sono i gigli detti "bocca di lupo" o "bellavedova", piante tipiche dell'area mediterranea.
Crescono generalmente in luoghi incolti e assolati, quindi, data l'abbondanza di campagne incolte e assolate qui in Salento, immaginate quanto siano numerosi!
Sono molto belli, con i loro sepali vellutati, sfumati di nero, che agli antichi contadini facevano pensare alle vedove. Ecco perchè pensarono di chiamarli "Bellavedova".
Ma io vedo in loro solo tanta bellezza, e quel nero mi ispira solo tanta eleganza!

Bocca di Lupo o Bellavedova

2 commenti:

  1. Siii, mi ricordo! Che bella deve essere la campagna ora! :D

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    1. :-) La campagna ora è bellissima: sprigiona tutta la sua forza e la sua vitalità!

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